CREARE UN BEL GIOCO

CREARE un BEL GIOCO

PRINCIPI e ACCORGIMENTI

Se è molto difficile inventare di sana pianta un bel gioco, è relativamente facile rendere piacevoli i giochi già esistenti tramite degli accorgimenti mirati ad eliminare quei limiti che le esigenze commerciali di mercato impongono, è altresì possibile rivitalizzare antichi giochi mediante una restaurazione di essi mirata a rinnovarne l’appetibilità ludica.

Spesso una malaugurata rigidità tradizionalista non ammette che i vecchi giochi vengano modificati, ma a fianco delle riesumazioni folkloristiche dei vecchi giochi, ci devono stare dinamiche di continua evoluzione del gioco con continue sperimentazioni, modifiche e nuove regole per rendere sempre verde ed appetibile il gioco ad un pubblico moderno.

La sperimentazione sul campo è un fattore essenziale per riuscire a capire quanto un gioco sia appetibile al pubblico ed in questo senso i Ludobus vivono una realtà privilegiata perché portano nelle situazioni più varie pochi giochi commerciali e molti giochi autocostruiti che devono necessariamente testare a diretto contatto col pubblico, ma questo non porta automaticamente a divenire dei bravi promotori del gioco perché pure nei ludobus si notano giochi non funzionali, frutto di una poca capacità osservativa di chi li propone: occorre andare oltre le apparenze e percepire da sguardi e atteggiamenti quanto adulti e bambini siano gratificati da un certo gioco: è come a teatro la capacità dell’attore a recepire la differenza tra un applauso di routine e un applauso passionale.

Un bel gioco è definito proprio da quella sua “appetibilità ludica”, dal coinvolgimento emozionale delle persone, dal senso di gratificazione, rilassatezza e impegno che riesce a infondere nelle persone di tutte le età. I più grandi inventori di giochi sono i bambini, basta che loro siano liberi di esprimersi e noi capaci di osservare come fanno certi giochi, giochi che per un adulto sono nati con certi schemi e che loro usano in maniera diversa, o rilevare nel loro muoversi quali sono le loro esigenze sopite: in questo senso il bisogno di scaricare energie oggi è molto grande sia nei bambini che negli adolescenti e questo si rileva con le ore passate a tirare palle di carta verso bersagli o con le animose battaglie degli adolescenti.

Spesso un bel gioco è rovinato dalle piccole dimensioni, da meccanismi inefficaci, da regole difficili, dall’aspetto trasandato, dall’assenza di un equilibrio ludico-attitudinale o infine da un malinteso iper protettivismo dei genitori che chiude tutti gli spazi ai giochi d’azione, con esclusione del calcio nel quale è ammesso farsi anche molto male.

Molti giochi funzionano sempre, ma se ad essi vengono fatte anche piccole migliorie, questi migliorano esponenzialmente la loro “potenzialità ludica” e un buon principio è quello di dare ai giochi una certa versatilità, tale da adattarli a diverse tipologie di pubblico, con un meccanismo di regolazione del loro grado di difficoltà. Leo Colovini nella sua guida teorica per aspiranti autori di giochi, “I giochi nel cassetto”, scrive che un piccolo disequilibrio, un insignificante granello di polvere marca il confine tra un gioco divertente ed uno noioso.

Si riportano di seguito alcuni principi ed accorgimenti artigianali attuati nei giochi del Ludobus e in quelli della “Collezione di giochi artigianali” ad uso Ludoteca.

 I piccoli accorgimenti che fanno grande un gioco

Rendere scivolosi i piani di gioco – Spesso questi piani sono ricavati da mobili in formica dimessi e gettati, per renderli scorrevoli buona è la fecola di patate (con tempo asciutto) o la cera e sciolina con tempo umido: alla mostra di Norimberga vi erano giochi con piani molto scorrevoli ottenuti con vernici speciali sconosciute ai profani. FOTO

Trovare le pedine per i biliardini – La migliore prestazione per biliardini a porte opposte o ad unica porta centrale si ottiene con gli anelli delle tende che hanno una buona elasticità e consentono giochi veloci.

Fare largo uso di molle – Le molle robuste usate come supporto, consentono una notevole libertà di movimento ai congegni su esso applicate, mentre quelle morbide trovano largo uso nei meccanismi più vari.

Elastici – Questi trovano impiego in moltissimi giochi, ma è’ sempre più difficile trovare elastici buoni.

Magneti – Oggi esistono dei magneti fortissimi e con essi è possibile costruire moltissimi giochi. Per la pesca magnetica nel lago si sono utilizzati quale ami i collegamenti delle costruzioni Magneto mag, mentre per altri giochi i magneti a caro prezzo sono stati trovati tramite internett.

Palle e Palline – Ogni gioco necessita di appropriate palle e palline. Stanno andando nelle discariche le palline dei mause non ottici, queste hanno tramite la loro pesantezza ed elasticità, una indescrivibile valenza ludica per vari giochi da tavolo.

Usura – Occorre che i giochi siano estremamente robusti per superare le prove sul campo di un pubblico non sempre delicato o comunque che siano facilmente riparabili.

Estetica – Non ci si rende conto spesso di quanto sia importante mantenere sempre una cura estetica dei giochi, perché il bello piace a tutti e da luogo a positivi atteggiamenti di rispetto: oggetti e luoghi trasandati inducono il vandalismo.

Funzionalità – E’ superfluo dire quanto la funzionalità incida sulla riuscita di un bel gioco, se si può difettare in estetica, non si può mai difettare in funzionalità: si riconferma il principio che un gioco apprezzato è quello che ha un “equilibrio”, equilibrio tra i livelli di difficoltà, competizione e durata.

La fase di ricerca dei materiali più strani ci pone alla stregua di Nichetti nel simpatico film “Volere è volare” dove i commercianti ignari dell’uso ludico dei materiali, ti pongono sempre la fatidica domanda: “A cosa le serve?”:  è comunque spesso difficile reperire materiali validi per far funzionare bene i giochi.

Interessante sarebbe attuare un forum sulle tecniche per migliorare il rendimento dei giochi e di conoscenze relative all’approvvigionamento dei materiali spesso sconosciuti e irreperibili in vaste aree del territorio Italiano, nonché di trucchi ed accorgimenti.

Se vogliamo fare solo alcuni esempi sono inimmaginabili le difficoltà a reperire forti magneti, vernici scivolose, giuste molle, validi elastici, palline su misura.

 GIOCHI di QUALITA’

A questo punto necessita fare alcune considerazioni sul perché alcuni giochi divertono e altri annoiano e quali sono i principi e parametri affinché un gioco possieda una certa “appetibilità” ludica e sia quindi di qualità.

I seguenti pareri sono frutto di osservazioni raccolte in anni di lavoro col Ludobus in paesi e piazze a contatto con persone di tutte le generazioni, che hanno insieme giocato ai più disparati giochi e che li hanno testati e dato agli animatori-costruttori continue informazioni per aggiornarli e migliorarli .

Premesso che il gioco è molto soggettivo tanto è che ogni persona predilige certi giochi al posto di altri (si va dalla passiva Tombola ai giochi più attivi o strategici), definisco quali sono i principali parametri che determinano un bel gioco.

In prima istanza un bel gioco deve “dare una certa gratificazione” e questa può derivare:

  • dal superamento di certe prove attitudinali;
  • da un certo confronto competitivo con gli altri;
  • da piacevoli dinamiche collettive;
  • da un certo rilassamento e compiacimento psico-fisico.

Per ottenere questi risultati un bel gioco deve avere un “equilibrio” in senso lato, riferito alla durata, alla difficoltà ed al grado di competizione: un gioco è rifiutato se troppo difficile o troppo facile, è negativo socialmente se è troppo competitivo, è a rischio noia se è troppo lungo, è insignificante se troppo corto, è fazioso se troppo strutturato e pilotato.

Infine un bel gioco è quello che esercita le persone alla creatività, per cui specie in un contesto collettivo si creano attese e varie dinamiche imprevedibili che fanno in maniera tale che il gioco diventi una piacevole e continua fucina di idee, situazioni ed espressioni individuali o collettive.